Per l'opera del progetto Mubaj ho tolto i confini per esprimermi in piena
libertà e attraverso un piano tridimensionale: il vuoto creato dall’albero
sradicato dopo una tempesta, “riempito” dal filo di ferro. Dalle "radici"
create dal filo di ferro", immaginando di installarlo ai piedi dell'albero
caduto, come se fossero le radici della sua anima che cercano di tenere
ancora la parte fisica legata alla terra. Tenerla ancora in vita. Anche se
sradicato, l'albero manterrà il filo che lo riporta a questa terra. Il gesto è
accompagnato dall’idea che le radici non più a contatto con il terreno
possano ugualmente restare ancorate alla terra. Un filo che diventa il
legame tra la vita e la morte. Una speranza.